Il grande schermo non è la prima volta che affronta il tema del mistero della fede attraverso la sottile linea di demarcazione che separa misticismo e mistificazione; i precedenti più noti sono quelli diretti da Henry King nel 1943, dedicato a Bernadette Soubirous, e da John Brahm nel 1952 dedicato ai pastorelli di Fatima.
Inutile cercare grandi novità in questa nuova versione del giovane regista e sceneggiatore, Xavier Giannoli, se non per la contemporaneità in cui vengono ambienti i fatti: Anna, una giovane novizia, interpretata da una brava Galatea Bellugi, afferma di aver visto la Madonna, a sostenerla nel suo afflato mistico sono il suo confessore e la gente comune che accorre nel piccolo paese del sud della Francia per vederla; mentre le autorità religiose che indagano per accertare i fatti non nascondono la loro riluttanza e ostilità. Ottima è l’interpretazione di Vincente Lindon nel ruolo di Jacques, reporter di guerra, lontano anni luce della fede e dalle dinamiche del mondo religioso, incaricato dal Vaticano, sebbene quasi agnostico, di far parte della commissione d’inchiesta che indaga sulla vicenda. È un film molto ben costruito, che ha il pregio di non cadere nella esaltazione della santità ma nemmeno nella critica aprioristica al mondo ecclesiastico e alle sue dinamiche interne molto terrene e che affronta frontalmente il mistero della trascendenza, del rapporto con Dio, attraverso un'indagine quasi giornalistica e documentaria. Un film pieno di umanità, attento alla fragilità delle persone, che ha tutte le qualità per essere un buon thriller con i suoi colpi di scena che mantiene la suspense fino all'epilogo, dove verità e falsità, trovano nel dubbio il giusto equilibrio.