I film in cui sono presenti animali spesso limitano in maniera completa le performance degli attori a cui è chiesto unicamente di portare avanti una storia che serve per giustificare la presenza in questo caso di un cane. Il simpatico e dolce Golden Retriver (in realtà, sono una decina di esemplari utilizzati) conquista subito il tenero cuore degli spettatori ed il doppiaggio – in originale Kevin Costner, nell’edizione italiana Gigi Proietti – è perfetto per completare la magia. Il problema è che lo sceneggiatore Mark Bomback – tra i suoi lavori Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie (Dawn of the Planet of the Apes, 2014) e il successivo The War - Il pianeta delle scimmie (War for the Planet of the Apes, 2017) – sembra capire bene la psicologia dell’interprete a quattro zampe ma non riesce a scrivere cose accettabili per i bipedi. Risultato finale una storia noiosa e strappalacrime in cui funziona unicamente la voce fuori campo del fedele Enzo, sempre presente nei momenti più importanti della vita del suo padrone. Assurdo pensare che il Best Seller di Garth Stein – scrittore, documentarista, insegnante e corridore automobilistico dilettante - sia stato tanto appiattito nella parte riguardante gli uomini, rendendoli tappezzeria con visibilità emotiva ridotta quasi a zero. Anche il romanzo raccontava la vicenda dal punto di vista del cane, ma non per questo toglieva visibilità agli altri personaggi. Oltre alla metafora della vita come se fosse un circuito automobilistico, c’è il tema della reincarnazione e non è chiaro per quale motivo un cane coccolato e felice voglia diventare uomo visto quello che a loro succede nella storia. Fazzoletti a portata di mano ma anche un orologio, per vedere quanto possano essere lunghi e noiosi 109 minuti di un film malriuscito.
Dirige svogliatamente il britannico Simon Curtis, che pure ha recentemente realizzato buoni titoli biografici quali Vi presento Christopher Robin (Goodbye Christopher Robin, 2017) basato sulla vita del creatore di Winnie the Pooh e Woman in Gold (2015) con ebrea ottantenne che coinvolge il governo austriaco per recuperare opere d'arte che appartengono alla sua famiglia. Attraverso i miei Occhi parte con Enzo – questo il suo nome – scelto in una cucciolata numerosa da quello che diventerà il suo compagno di vita con grande passione per le corse automobilistiche. Trascorre la maggior parte delle sue giornate a guardare e imparare dalla televisione, raccogliendo ciò che può sulla più grande passione del suo proprietario e cercando di aiutarlo a mediarla in relazione con la sua esistenza. Gli è vicino quando si sposa, quando nasce la loro figlia in cui ben presto si sviluppa cancro al cervello che solo lui può rilevare attraverso il suo acuto senso dell'olfatto.