Richard Linklater è regista che ama mettersi in gioco creando opere molto dissimili tra loro, proponendo ottimi titoli ma anche prodotti mediocri. Che fine ha fatto Bernardette? è una via di mezzo tendente al brutto; non esalta ma nemmeno delude completamente con una storia interessante e uno sviluppo troppo buonista che rende protagonista del film la figlia di questa geniale architetto; la madre, forse priva di un buon dialogo, mai è interessante e l’interpretazione di Cate Blanchet mai riesce a dare vigore al personaggio. Le scene di scontro tra la donna e il mondo che la circonda - con tanto di incomprensioni col vicinato e coi genitori della scuola frequentata da Bee - sono di maniera, forzosamente sviluppate anche se funzionano nella parte più comica che vorrebbe rendere rilassante il contesto in cui si parla di ricovero in clinica psichiatrica, di mafia russa e quant’altro di drammatico. I problemi non vengono mai affrontati ma soltanto citati senza minimamente svilupparli. Ad un primo tempo in cui qualcosa accade, segue una seconda parte basata su viaggio in Antartide dove tutto l’ovvio appare nel meccanismo narrativo. Oltretutto, le belle immagini di una Natura sofferente sembrano più meritevoli di un documentario televisivo che base di un dramma esistenziale. I personaggi che la Blanchet incontra in questa gelida landa sono poco credibili, utili solo per dare una base per la trasformazione del ex architetto da persona stanca della propria esistenza a protagonista del suo futuro. Bernadette Fox è un ex enfant prodige dell’architettura moderna, vincitrice di premi e lodata ampiamente nell’ambiente, che a un certo punto della sua vita incontra il futuro marito impegnato nell’informatica e lo segue a Seattle dove lui lavora in un progetto per la Microsoft. Decide di smettere di creare, tenta molte volte di divenire madre (alla fine ci riesce) e si chiude progressivamente in un isolamento e in una misantropia autoindulgente e compulsiva, un mondo che le sembra gratificante ma che in realtà distrugge la sua voglia di vivere.
Quando il matrimonio entra in crisi e il marito la porta da una psicologa, fugge da sola in Antartide dove sarebbe dovuta andare con la famiglia per seguire il desiderio dell’amata figlia tredicenne. La ragazza non accetta questa scomparsa e grazie a tracce lasciate da carte di credito e quant’altro, riesce a rincontrarla. Con tanto di lacrime di gioia della famiglia di nuovo felice perché la donna ha deciso di riprendersi la propria vita di creativo architetto.