Una cosa è sicura: Datemi tre caravelle non entrerà nella storia del musical e neppure in quella, più modesta, della commedia musicale italiana. La storia del soggiorno di Cristoforo Colombo presso la corte d’Isabella La Cattolica - la regina che sconfisse i mori, ma cacciò anche gli ebrei dalla Spagna - è un puro pretesto per un quadretto modestamente coreografato e pessimamente musicato, basato sulla melensa idea che un uomo, se impregnato di forte volontà e devozione a Dio, otterrà sicuramente gli obiettivi che si è posto. Il musical è, per definizione, quanto più lontano dal realismo, perciò ad infastidire non è tanto il pressappochismo della collocazione storica o l’approssimazione delle psicologie – Cristoforo Colombo era tutt’altro che uno stinco di santo e un idealista - quanto la banalità dello stile, la modestia delle parti cantate, la banalità delle coreografie e dei costumi. Un’ultima nota.