Edoardo Sanguineti (1930 – 2010) è stato un intellettuale a tutto tondo che ha unito il lavoro universitario alla scrittura di poesie e romanzi all’impegno politico, prima nel PCI poi nella sinistra estrema. Il suo lavoro letterario è fortemente intrecciato di spirito d’avanguardia - ha fatto parte del mitico Gruppo ’63 - per cui era molto difficile ridurne la figura alla dimensione di proposta teatrale.
La prima cosa da dire su Bésame mucho - scritto diretto e interpretato da Pino Petruzzelli, con Alice Giroldini e Mauro Pirovano a livello di recitazione (straordinaria la prestazione di entrambi) e Giuliano Galletta a quello di scrittura – è che l’operazione è pienamente riuscita e lo spettacolo, nella sua forma rapsodica, riesce a portare sul palcoscenico la complessità e la feconda contraddittorietà del poeta. L’autore e regista ha immaginato che l’anima dell’intellettuale, subito dopo la morte, sia costretta a sostare, ancora inconsapevole di ciò che lei è accaduto, nel bar di una stazione ferroviaria in cui da tempo non passano più treni e qui interrogato da due messi (angeli?) che devono scoprire per conto di un lontano e autoritario capo quali cose abbia fatto in vita il defunto e giudicare a quale treno avviarlo. Dopo molte domande e risposte in cui s’intrecciano, con metodo caro al morto, momenti alti della cultura (William Shakespeare, Dante, Ariosto e molti altri) a slogan pubblicitari e farsi d’uso comune. Ne nasce il ritratto di un caos che ben rappresenta una società che ha perso i punti fissi d’orientamento e naviga a vista. Un mondo in cui, forse, le classificazioni di destra e sinistra non hanno più spessore, ma anche un mondo in cui gli umili e gli emarginati continuano a soffrire e a vivere in condizioni inumane. La conclusione, forse venata di pessimismo, è che questo è il solo mondo possibile e che gli sforzi per rivoluzionarlo rischiano di risultare vani. Un universo in cui la sola speranza risiede all’interno di ogni singolo essere umano e solo dentro di lui trova ragione e giustificazione.