Stanisław Herman Lem (1921 - 2006) è stato uno scrittore ebreo polacco che ha reso famosa la fantascienza dell'est Europa con il romanzo Solaris al cui c'è un pianeta misterioso, coperto da un immenso oceano capace di cogliere le sensibilità e i ricordi degli esseri umani e dare loro forma. Su questo corpo misterioso arriva un'astronave terrestre di ricerca e poi, dopo che di questa spedizione non si hanno più notizie da molti mesi, una psichiatra incaricata di scoprire che cosa è successo.
Presto è chiaro che l'immenso oceano è un vero e proprio essere vivente capace di condizionare quelli che credono di essere i conquistatori dello spazio. Il testo incrocia momenti tipici della fantascienza a riflessioni morali e religiose. Il regista Andrea De Rosa ha riempito la scena di superfici variamente inclinate che rafforzano il senso di precarietà del potere degli astronauti ed esaltano quello della natura, qui rappresentata da un corpo celeste che ha una propria vita. I colonizzatori del pianeta – tre donne e un uomo – si dimostrano alla lunga più deboli della natura di cui si credono padroni, una lettura diversa da quella usata nel 1972 dal russo Andrej Arsen'evič Tarkovskije del tutto incomparabile con quella usata nel 2002 dall’americano Steven Soderbergh.