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Le tre scimmie ···· Le tre scimmie  ···· Hot

Le tre scimmie  ····

Il turco Nuri Bilge Ceylan è uno dei più importanti registi cinematografici in attività. La sua filmografia comprende una manciata di titoli che hanno ricevuto moltissimi premi da parte delle maggiori rassegne cinematografiche internazionali: Kasaba (La cittadina, 1997), Mays Sikintisi (Nuvole di maggio, 1999), Uzak (Lontano, 2002) e Il piacere e l'amore (Iklimler, 2006). La sua ultima creazione è Le tre scimmie (Üç Maymun), un film di grande spessore che ha ricevuto il premio per la migliore regia all’ultimo festival di Cannes.

A comportarsi come le classiche tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano, sono i membri di una modesta famiglia di Istanbul, marito, moglie e figlio, che celano segreti e comportamenti destinati a sfociare in quasi tragedia. Tutto inizia allorché il facoltoso avvocato alle cui dipendenze lavora il capofamiglia gli chiede di addossarsi, dietro consistente compenso, la responsabilità della morte di un passante da lui investito. L’uomo accetta ed è condannato a nove mesi di prigione. Mentre è dietro le sbarre suo figlio, che dovrebbe fare gli esami per entrare all’Università ma pensa a tutt’altro, decide di farsi dare dal professionista un bel po’ di soldi per comperare un’automobile con cui iniziare un’attività di autista che accompagna i bambini a scuola. Sarà la moglie del detenuto ad avanzare la richiesta, poi la donna diviene l’amante del ricco. Quando il falso colpevole esce di prigione, intuisce ciò che è successo e inizia ad angariare la compagna che, nel frattempo, è stata lasciata dal ricco legale, abbandono di cui lei non riesce a darsi pace. Ogni cosa è sul punto di esplodere ma, alla fine, sembra che tutto torni nella normalità, seppure con qualche ferita. Spira nel film una robusta aria da tragedia greca, aggiornata da una sensibilità moderna di grande forza e intelligenza. Il regista, seguendo il binario stilistico che gli è proprio, elimina ogni momento di conflitto aperto, preferendo, tranne in un caso, mostrare il prima e il dopo, le ragioni e le conseguenze di ciò che è accaduto. L’unica eccezione è nella sequenza dello scontro fra moglie e marito, quando quest’ultimo esce di prigione. E’ un brano in cui si sommano violenza, rabbia e sesso, allo stesso modo di quanto avveniva ne Il piacere e l'amore, più esattamente nel brano di quasi stupro che segna il ritorno di fiamma fra il protagonista e l’ex-amante. In quel caso, come in questo, il discorso ruota attorno all’impossibilità di annegare nel rapporto fisico una disperazione che è, ad un tempo, morale e ontologica. Un ammonimento sui danni della menzogna per un film davvero molto bello.

valutazione: 1 234 5

Regia: Nuri Bilge Ceylan; sceneggiatura; Ebru Ceylan, Nuri Bilge Ceylan, Ercan Kesal; interpreti: Yavuz Bingol, Hatice Aslan, Rifat Sungar, Ercan Kesal, Cafer Köse, Gürkan Aydin; produttori: Nuri Bilge Ceylan, Valerio De Paolis, Cemal Noyan, Zeynep Özbatur, Fabienne Vonier ; fotografia: Gökhan Tiryaki; montaggio: Nuri Bilge Ceylan, Ayhan Ergürsel, Bora Göksingöl, ricerca attori: Harika Uygur; direzione artistica: Ebru Ceylan; suono: Mustafa Durma, Olivier Goinard, Murat Senürkmez; società produttrici: Pyramide Productions, Zeynofilm; nazionalità: Francia / Italia/ Turchia, anno di edizione: 2008; durata: 109 min.

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